LA SFIDA INFINITA
...di Maurizio Alivernini


La storia ha inizio un bel giorno di primavera di una quindicina di anni fa quando, dopo l'ennesimo allenamento alla Stella Polare e aver disputato non so quante ripetute sugli 80 metri, naque un dilemma che tutt'ora ancora ci assilla.

Reduci dai successi dell'anno prima in cui in quel di Udine, ai Campionati Italiani Amatori Master, arrivammo 5° assoluti nella staffetta 4x100 uomini con il fantastico, per noi, tempo di 47"48 elettrico; risultato che non riuscì affatto ad appagare la voglia di ricercare, giorno dopo giorno allenamento dopo allenamento, nuovi stimoli e nuovi confronti.

Naturalmente il primo confronto era proprio tra di noi, il più veloce in assoluto era Gianni Bonafede sprinter della prima ora con un passato di lustro nella nazionale giovanile, dopo veniva Pino Todaro ex assoluto ed ottimo decatleta e poi ceravamo noi: il sottoscritto e Alfredo Orsini che si equivalevamo su tempi praticamente identici.
E fu proprio questa impossibilità di decretare chi, tra noi due, fosse il più veloce ad innescare quella scommessa che è all'inizio di questa storia.

Per derimere definitamente la questione ed anche per avere un risultato elettrico inconfutabile, visto che i tempi presi manualmente sono strettamente correlati alla reattività dei giudici d'arrivo, decidemmo di confrontarci nel campionato italiano indoor che si sarebbe disputato da lì a poco a Firenze.
E febbrilmente iniziammo a preparare quei famigerati 60 metri risolutivi.

Inutile dire che anche i nostri compagni di allenamento furono infervorati dalla sfida dimostrandocelo immediatamente con l'intensificazione dei più disparati consigli tecnici conditi da immancabili sfottò!!!

Dopo un paio di settimane siamo sul treno per Firenze io, Alfredo ed il fratello Fabio nelle vesti di accompagnatore.
Arrivati alla stazione centrale, accaldati ci incamminammo verso la pensioncina prenotata per quel weekend quando fermatici ad una fontanella per bere un sorso d'acqua fresca facciamo una sgradevole scoperta: non era acqua ma varecchina allo stato puro!!!

Il pomeriggio lo dedicammo alla visita di una delle più splendide città del mondo, dopo Roma naturalmente, includendo nel giro anche una capatina al campo di gara dove costatammo amaramente che se tutti gli atleti iscritti avessero confermavano le batterie dei 60 metri, sarebbero state almeno 24!!!

Il giorno dopo di buon mattino, dopo un' abbondante colazione, lasciamo la pensione per dirigersi verso il campo di gara con un dubbio assillante: con tutte quelle batterie previste chi di noi due sarebbe stato avvantaggiato, quello che correva dopo sapendo il risultato dell'altro oppure il primo più fresco e meno stressato rispetto a chi deve aspettare molte ore prima di gareggiare?
Fortunatamente la cosa si risolse subito appena arrivammo perché leggemmo sulla bacheca con nostra massima soddisfazione che eravamo schierati tutti e due nella 14° batteria in terza e quarta corsia meglio di così non poteva andare, adesso si che avremmo stabilito una volta per tutte chi era il più veloce!!!
Male che andava c'era anche il fotofinish.

Iniziammo il riscaldamento con largo anticipo cercando di non trascurare il minimo muscolo, vista l'importanza del momento.
Dopo un'oretta ci ritroviamo fianco a fianco sul nastro di tartan che taglia in due il piccolo stadio al coperto; dagli spalti le centinaia di persone vocianti, le luci abbaglianti dei riflettori e l'interminabile sciorinamento di risultati dagli altoparlanti creavano una scena che avrei definito dantesca da girone infernale appunto.
Come in un sogno ricordo di aver eseguito gli ordini impartiti dal giudice di partenza, lo sparo le luci fastidiose negli occhi appena rialzata la testa ed il risveglio repentino con un botto secco addosso a dei materassi posizionati alla fine del pistino!!!

La prima cosa che facemmo entrambi, rivolti verso Fabio che aveva seguito tutto dalle tribune, fu di capire dalla sua espressione chi finalmente si sarebbe aggiudicato lo scettro del terzo più veloce della Polisportiva, ma dalle sue smorfie presaggimmo che la risposta non sarebbe stata repentina.
Non ci rimaneva che aspettare il responso del cronometro.
Aspettammo pazientemente i risultati che mano mano arrivavano dagli altoparlanti dello stadio pregustando il momento in cui avremmo potuto sfottere l'altro magari con quella frase ad effetto che rimugginava da tempo nella nostra testa.

Ma quando nel dare i risultati, saltarono la nostra batteria e man mano leggevano quelle disputate dopo, cominciarono a prender forma i primi dubbi e cercammo di sapere che cosa fosse accaduto dei nostri risultati.

Un giudice comprensivo, visto anche il poco tempo che ci separava dalla partenza del nostro treno, ci disse di andare a chiedere notizie al fotofinish dove trovammo l'addetto che stava ripassando per l'ennesima volta, avanti ed indietro sotto una grossa lente, una striscetta fotografica negativa dell'arrivo della nostra batteria.
Chieste le dovute spiegazioni, ci commentava costernato che il ritardo era dovuto al fatto che in quella batteria due atleti arrivati spalla a spalla gli impedivano di compilare le giuste posizioni d'arrivo, ma che avrebbe sciolto il dilemma al più presto!!!

Il dubbio divenne sconforto "vuoi vedere che quei due siamo proprio noi? ma allora... l'allenamento fatto, il viaggio, lo stress, gli sfotto' preparati ma soprattutto quelli che ci avrebbero rifilato ritornati al campo saputa la notizia...tutto inutile?"

La risposta non si fece attendere decretarono 8"10 elettrico ad entrambi; forse allora non fummo molto contenti di quel responso, ma dopo tanti anni posso sicuramente affermare che quell'episodio fu determinante nel cementare ulteriormente la decennale amicizia che oggi ci lega.

Ricordando quel periodo ora ci ridiamo sopra ma di tanto in tanto la domanda ritorna "chi é il più veloce tra i due?"; ai giorni nostri sarebbe impossibile stabilirlo perché oltre ai tempi manuali, alle batterie disputate in tempi diversi o al fotofinish oggi ci sono in più i coefficenti delle diverse categorie di appartenenza e al solo pensiero di dare retta a tutto cio ci terrorizza.
Sapremo mai la risposta? Probabilmente no, ma forse é meglio così!!!

Maurizio con la preziosa collaborazione di Alfredo





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